Disponibili oltre ottocento etichette di birre,
provenienti da tutto il mondo, come: America, Inghilterra, Belgio, Italia, Irlanda,
Danimarca, Austria, Estonia, Francia etc.
Rum
Cento diversi rum caratterizzati da aromi unici.
Bottiglie esclusive e di alta
qualità, difficili da trovare in commercio. Rum perfetti per diverse
combinazioni di cocktails.
Whisky
Sono
presenti centocinquanta whisky scozzesi, irlandesi ed americani che presentano
caratteristiche precise e sapori differenti a seconda del luogo di provenienza.
Gin
Presso il Piper Pub avete la possibilità di
gustare tantissimi ottimi cocktail
a base di gin, come: il famoso Gin Tonic, l’Angelo
Azzurro, il Long Island Iced Tea, il Vesper Martini, Tom Collins e l'italiano Negroni.
Food
Dagli
sfiziosi panini in diverse varianti ai primi piatti, dai secondi di carne di
prima scelta al dessert, tutto fatto con cura e passione. Disponibili anche
pietanze vegetariane.
Il Piper è un pub a Torino che nasce dall’idea di voler
ricreare qualcosa di diverso, di dimenticato, l’essenza più vera del pub,
provando a riscoprire la voglia di stare insieme tentando contemporaneamente di
diffondere la cultura della birra, a quei tempi così rara. Queste poche parole
hanno un unico scopo: ringraziarvi per la vostra costante presenza che ci ha
permesso di raggiungere questo importante e inaspettato traguardo.
Abbiamo cominciato per scommessa e siamo stati fortunati
perché siamo riusciti a conoscervi e a farci conoscere. Con il vostro aiuto
non è stato difficile ed è per questo
che siamo ancora qui, con la stessa identica voglia iniziale di fare e
migliorare ogni giorno sempre di più.
Tutto ciò nasce da una profonda passione per il nostro
lavoro e dal rispetto continuo alle esigenze di ogni cliente.
Questa lista impegnativa vuole essere un nuovo punto di
partenza, è un ulteriore sforzo per crescere professionalmente, è stata
concepita con l’intenzione e la speranza di accontentare tutti.
Il nostro unico obiettivo è non deludervi: se non riusciremo
a conquistarvi nonostante l’immancabile impegno, speriamo di riuscirci con un
sorriso!
Il Piper nasce trentadue anni fa dalla visione di un
ragazzino timido e sognatore, con tanta volontà, nessuna esperienza e nessun
soldo in tasca. Quel ragazzino oggi è un uomo, ha perso la sua timidezza ma è
rimasto un sognatore incallito.
Tutto ha inizio casualmente quando una sera entrai in una
piccolissima e sperduta birreria di periferia, in una via che ritrovavo con
difficoltà ogni volta che ci tornavo (la città allora era divisa in due dalla
ferrovia). Erano davvero altri tempi, per alcuni versi le cose erano più
semplici, ma la periferia era realmente un mondo a sé, inoltre la zona era
considerata troppo poco raccomandabile.
Il locale si chiamava "Easy Rider" e la titolare
era una ragazza simpaticissima, diventammo amici e in seguito mi propose di entrare
in società.
Dopo qualche tempo di riflessione, contro il parere di
tutti, accettai e senza abbandonare il mio posto di lavoro, comincia a dedicare
qualche ora serale alla nuova esperienza, senza troppe illusioni.
Avevo 23 anni, mi dissi che se fosse andata male, avrei
avuto tutto il tempo per ricominciare.
L’inizio fu deludente, tanto impegno e pochi risultati; poi,
dopo qualche mese, la società si sciolse e mi ritrovai solo a gestire un locale
pieno di debiti e con una nomina poco affidabile da parte dei fornitori.
Torino in quegli anni era una delle città europee con più
birrerie in attività. Come primo passo studiai un nuovo nome ed immediatamente
scelsi “Piper Pub”, in quanto all’epoca ero un sorcino sfegatato e Renato Zero
era la colonna sonora della mia vita, mi ha sempre portato fortuna e così è
stato… era il 13 settembre 1986.
Cercai un fornitore che mi concedesse fiducia ed ebbi la
prima fortuna, quella di conoscere Mimmo, senza il suo sostegno iniziale
probabilmente il Piper sarebbe rimasto un sogno.
Dopo qualche mese mia mamma rimasta vedova cominciò ad
aiutarmi nella gestione e la cucina finalmente iniziò a funzionare. Appena le
cose cominciarono a migliorare leggermente iniziai a frequentare corsi di
birra, corsi di specializzazione e di spillatura, ampliando così la scelta di
birre in bottiglia. Leggevo tutto ciò che riguardava la cultura brassicola e
cominciai ad ammalarmi di “birrofobia”.
Poi si presentò un nuovo problema, ovvero le dimensioni
ridottissime del locale che poteva ospitare un massimo di 45 persone, troppo
poco per espandere ulteriormente la lista. Qui subentrò l’umanità del
proprietario dei muri che mi concesse l’utilizzo del terreno retrostante
consentendomi, anno dopo anno, di raggiungere le dimensioni attuali.
Dopo due anni dovetti scegliere tra il mio vecchio lavoro o
seguire a tempo pieno la birreria. Non ebbi troppi dubbi, volevo seguire il mio
sogno e ci credevo, così a malincuore e un po’ impaurito lasciai il lavoro
dedicandomi interamente al Piper.
Ad un corso ebbi l’onore di conoscere Franco Re, uno dei più
grandi intenditori di birra mai conosciuto. In seguito, con mia somma sorpresa
venne a trovarmi a Torino e dopo avermi fatto i complimenti per la scelta delle
birre (e una lavata di capo per il bicchiere con cui l’avevo servito) mi invitò
a Varese dove era il Rettore della Università della Birra. Con lui scoccò la
vera passione che mi condusse a una ricerca continua di nuove birre, nuove
tipologie, piccoli birrifici belgi, inglesi e tedeschi.
In Italia in quel periodo venivano importati pochi marchi,
la cultura brassicola era quasi inesistente, quindi era indispensabile
rivolgersi all’estero. Con l’aumento della clientela crescevano di pari passo
le etichette presenti e la capienza ricettiva.
Cominciai ad inserire i whisky di livello, i rhum, i gin,
senza però tralasciare la mia passione per la birra, quella che ancora oggi
dopo trentadue anni mi spinge ad una ricerca ininterrotta quasi maniacale.
Ho una grandissima pecca, non capisco nulla di vino e per
questo mi sono rivolto a uno dei massimi esperti di enologia, nonché un grande
amico, perché mi aiutasse a sviluppare una carta di vini. Grazie Carlo.
Oggi è un locale di successo, molto frequentato da persone
di tutte le età, conosciutissimo anche fuori città e inserito nelle guide
turistiche. Il fine settimana, infatti, arriva gente dalle più svariate
località per verificare se la fama delle mille birre sia veritiera (oggi sono
in realtà 864), entrano e di fronte alle vetrine lo sguardo inizialmente sospettoso
si tramuta in stupore
Quando mi viene chiesto la formula di questo successo
rispondo: “il sorriso, la passione, l’ottimismo, l’esigenza innata di
soddisfare coloro che ci hanno dato e continuato a darci tanta fiducia, per
riuscirci spesso inverto i ruoli, chiedendomi cosa mi aspetterei se fossi io il
cliente.”
Non scordando le radici, le fondamenta che ci hanno portato
sin qui e la voglia di stare insieme, magari dimenticando per questa breve
sosta il cellulare in tasca per ritrovare la voglia di parlare.